I Dischi Più Significativi Del 2023
Ogni giorno decine e decine di dischi provano a farsi ascoltare da appassionati e semplici curiosi tra playlist di Spotify, video di Youtube, vinili limitati, colorati e autografati. A guadagnarci, apparentemente, è l’ascoltatore che ha a disposizione decine di nuovi suoni a portata di mano. In realtà è molto più facile rimanere bloccati dagli attacchi da parte di nomi sconosciuti, suoni apparentemente alieni e dischi spuntati dal nulla. Le liste di fine anno provano a mettere una pezza a tutto questo delirio scegliendo i dischi “all killers, no fillers” da dare in pasto al grande pubblico. Purtroppo in questo delirio cosmico anche le playlist contribuiscono a creare confusione gettando nello sconforto coloro che volevano semplicemente ascoltare “il meglio”.
La lista di fine anno di THT (e relative sotto liste divise per generi che via via seguiranno) non vuole ergersi a migliore delle altre. Ha però una semplice regola: “consiglierei questo disco a qualcuno che non lo ha mai ascoltato costringendolo a spendere 30/40 euro alla cieca?” Lavorando in un negozio di dischi la risposta è ovviamente si. Premettendo che molti di coloro che entrano nei negozi di dischi cerca in realtà titoli “classici” e sdoganati da anni di ascolti e discussioni esiste una piccola nicchia che è in cerca di musica nuova, eccitante e curiosa. Qualcosa che non ha “già sentito”. Ecco, questi dischi sono già stati testati su di loro. Sono dischi che sono stati venduti, ascoltati e goduti. Non vuol dire che siano i migliori (ma è difficile definire questo aggettivo in musica). Sicuramente non sono i peggiori. Non scoraggiatevi se sono tanti e sconosciuti. Non scoraggiatevi se manca il vostro disco del cuore. Esultate che se un giorno non saprete cosa ascoltare potete venire qui e scegliere come passare il vostro tempo.
Dal punto di vista dei generi la qualità più alta proviene dai dischi di area jazz sperimentale, soprattutto grazie al lavoro della label di Chicago International Anthem Recordings, dai musicisti di provenienza mediorientale e dagli scandinavi. Se volete ascoltare musica che ha qualcosa da dire è lì che dovete puntare la mappa. Ma è d’obbligo puntare le orecchie verso quello che arriva dall’Asia, dall’Africa continenti che stanno imparando a conquistare il mondo non solo con la cosiddetta “world music” ma con prodotti di alta qualità e dignità.
VUOI LISTE PIU’ SPECIFICHE DIVISE PER GENERE? ECCOTI ACCONTENTATO:
1 . Jaimie Branch – Fly or Die Fly or Die Fly or Die ((world war)) (International Anthem Recording Company)
In questi ultimi anni sono state tante le morti prestigiose che mi hanno colpito. Ma due in particolare mi hanno proprio distrutto: quella di Mimi Parker dei Low e quella di Jaimie Branch. Trombettista eccezionale morta a soli 39 anni dopo averci deliziato con dischi pazzeschi. E forse il più pazzesco è quello uscito postumo e registrato qualche mese prima di morire per overdose intitolato “Fly or Die Fly or Die Fly or Die ((world war))”. Un disco in cui è contenuto un universo musicale che spazia dal jazz, rap, psichedelia, musica da ballo ai Meat Puppets (omaggiati nella cover folk di “The Mountain” aka “Comin Down”) e che purtroppo è il capitolo finale di una carriera che prometteva ulteriori eccellenze.
E se non la conoscete ancora beati voi che avete tanta bellezza da scoprire.
2 . Lankum – False Lankum (Rough Trade)
Al terzo disco gli irlandesi Lankum mettono d’accordo praticamente tutti: amanti del folk, della sperimentazione e della musica più oscura (non a caso saranno headliner del “metallaro” Roadburn Festival) e persino coloro che vogliono semplicemente ascoltare dell’ottima musica. “False Lankum” è composto da cover di classici della tradizione irlandese e brani autografi suonati con intensità e passione. Oltre ad avere confezionato il disco più ascoltato dagli appassionati hanno il merito di aver aperto le porte ad ulteriori band del giro di cui vale la pena citare almeno gli ØXN della cantante Radie Peat. Se volete fare un regalo a qualcuno comprate questo e andrete sul sicuro.
3 . Reverend Kristin Michael Hayter – SAVED! (Perpetual Flame Minister)
Abbandonata la gimmick Lingua Ignota Kristin Hayter diventa un reverendo e si butta nel mondo delle sette pentecostali della Pennsylvania. La musica diventa uno scarno blues primitivo, a tratti gospel, interpretato da Kristin con solo voce e piano preparato (o forse è meglio dire scordato). Testi horror, andamento drammatico e interpretazione come al solito sopra le righe rendono “Saved!” il moderno “Berlin” (Lou Reed). Devastante. Ma allo stesso tempo incantevole.
4 . Arooj Aftab, Vijay Iyer, Shahzad Ismaily – Love In Exile (Verve)
Bastano pochi ingredienti per fare un ottimo disco se gli interpreti sono eccellenti: “Love In Exile” è formato esclusivamente da basso, pianoforte, synth e voce. Dopo averci deliziati con l’ottimo “Vulture Prince” (fra i nostri preferiti del 2021) Arooj si allea con Iyer e Ismaily e, insieme, confezionano un album oscuro ma potente capace di trasportarci in un terreno sospeso nello spazio e nel tempo.
5 . Irreversible Entanglements – Protect Your Light (Impulse!)
E’ il jazz la musica del futuro? A Chicago dicono di si. Innegabilmente è la musica del presente, ormai da più di 100 anni. Irreversible Entanglements arrivano al quarto centro e confermano di giocare un campionato a parte in cui la musica viene rimodellata e sputata con creatività, suonando sia moderni che legati ai grandi musicisti del passato. Ovviamente la ciliegina sulla torta è data da sua maestà Moor Mother, incapace di sbagliare un disco.
6 . Le Cri Du Caire – Le Cri Du Caire (Les Disques du Festival Permanent)
Un poeta egiziano, un violoncellista tedesco e un sassofonista inglese si trovano in Francia a jammare: ne viene fuori un potente mix di jazz, post rock, rabbia rock, musica medio orientale, sufi. L’insieme è soprattutto poetico, assemblato con gusto e capace di sprigionare una discreta potenza di fuoco. Inspiegabilmente passato sotto traccia merita più di un recupero: questa è musica che ha bisogno di volare senza confini.
7 . Laurel Halo – Atlas (AWE)
Un disco ambient fra i più belli dell’anno? Si, e “Atlas” non è neanche l’unico ma certamente quello che si merita di stare nella top 10. Perchè quello confezionato da Laurel Halo è molto di più grazie al connubio fra sintesi elettronica e strumenti “veri” come pianoforte (su cui poggia la struttura dei pezzi), violoncello, sassofono e violino. Un disco che definirlo “minimale” è fargli un torto da quanta ricchezza contiene. Ma come la sua copertina non riuscirete mai a mettere completamente a fuoco come fosse un sogno durante un dormiveglia. Da scoprire pian piano, senza fretta.
8 . Lil Yachty – Let’s Start Here (Motown)
Chi l’avrebbe mai detto che uno dei dischi più interessanti e originali del 2023 sarebbe arrivato dal giovanissimo Lil Yachty trapper amatissimo dagli appassionati delle playlist settimanali di Spotify. Eppure al quinto album decide di virare completamente le sue sonorità abbracciando psichedelia, soft rock, funk in uno strano connubio in cui si abbracciano Pink Floyd, Tame Impala, Prince, Flaming Lips, Radiohead e l’autotune. Da non credere! Uscito solo in digitale e vinile.
9. PJ Harvey – I Inside the Old Year Dying (Partisan)
La pubblicazione estiva e una promozione risicatissima fa pensare che sia la label che l’artista sapessero di avere tra le mani un disco non immediato e volessero mantenere un profilo basso. Infatti alla sua uscita “I Inside The Old Year Dying” ha ricevuto una accoglienza piuttosto tiepida. Ma Polly Jean non è una che fa uscire dischi per esigenze contrattuali e via via che gli ascolti aumentavano i fan hanno capito che non solo il decimo disco era un ottimo disco ma anche uno dei migliori di una discografia quasi perfetta (a cui magari dedicheremo un approfondimento). Se l’avete snobbato o giudicato male dategli un’altra possibilità. E un’altra ancora. Finchè non vi conquisterà. Magari fatevi aiutare da questo live al Tiny Desk:
10 . Melanie De Biasio – Il Viaggio (PIAS)
La cantante e compositrice belga Melanie De Biasio decide di andare in Italia in cerca delle sue origini. Torna a casa con un doppio CD ricco di composizioni complesse e raffinate ispirate proprio dal “viaggio” in Abruzzo e in Friuli. Fields recordings, ambient, folk, jazz sono gli ingredienti di uno dei dischi più interessanti del 2023. E non solo.
Altri 90 dischi da cui scegliere i prossimi ascolti:
Abstract Concrete – Abstract Concrete
Aho Ssan – Rhizomes
Ceramic Dog – Connection
Alabaster Deplume – Come With Fierce Grace
Algiers – Shook
André 3000 – New Blue Sun
Armand Hammer – We Buy Diabetic Test Strips
Aya Metwalli & Calamita – Al Saher
Bar Italia – Tracey Denim
Benefits – Nails
Billy Woods & Kenny Segal – Maps
Bully – Lucky for You
caterina barbieri – Myuthafoo
Cindy – Why Not Now
Colin Stetson – When we were that what wept for the sea
Corinne Bailey Rae – Black Rainbows
Damon Locks – New Future City Radio
Daniel Bachman – When The Roses Come Again
deathcrash – Less
Drazek / Fuscaldo / Drake / Aoki / Jones / Abrams – June 22
Dudu Tassa – Jarak Qaribak
Emil Amos – Moving Target
FACS – Still Life In Decay
feeble little horse – Girl With Fish
Fire! Orchestra – Echoes
gabriels – Angels & Queens (Deluxe)
Goat – Joy In Fear
Holy Tongue – Deliverance and Spiritual Warfare
Hedvig Mollestad Weejuns – Weejuns
Home Front – Games Of Power
Hotline TNT – Cartwheel
It It Anita – Mouche
JPEGMAFIA – scaring the hoes
John Cale – Mercy
Kali Malone – Does Spring Hide Its Joy
Kara Jackson – Why Does The Earth Give Us People To Love?
Kelela – Raven
King Krule – sPacE hEavy
L’Rain – I Killed Your Dog
London Brew – London Brew
Lucidvox – Моя Твоя Земля
Lucy Railton – Corner Dancer
Mandy, Indiana – i’ve seen a way
Marlene Ribeiro – Toquei No Sol
Maroulita de Kol – Anásana
Maruja – Knocknarea
Matana Roberts – Coin Coin Chapter Five: In the garden…
Meg Baird – Furling
Mc Yallah – Yallah Beibe
Model/Actriz – Dogsbody
Modern Nature – No Fixed Point In Space
MSPaint – Post-American
Musta Huone – Valosaasteen sekaan
muva of Earth – align with Nature’s Intelligence
Nabihah Iqbal – DREAMER
Narrow Head – Moments of Clarity
Natalia Beylis – Mermaids
Natural Information Society – Since Time Is Gravity
Nightosphere – Katabasis
NoName – sUndIAl
Núria Graham – Cyclamen
Oneohtrix Point Never – Again
Omar Sosa – Iroko
ØXN – CYRM
Paramore – This Is Why
Protomartyr – Formal Growth in the Desert
Queens of the Stone Age – In Times New Roman…
Radian – Distorted Rooms
Rob Mazurek – Lightning Dreamers
ROD MODELL & TAKA NODA – Glow World
Romance – Fade Into You
Rose City Band – Garden Party
Sampha – Lahai
Sarah Davachi – Long Gradus
Screaming Females – Desire Pathway
shana cleveland – Manzanita
Sigur Rós – átTa
Slowdive – Everything Is Alive
Sprain – The Lamb as Effigy
Squid – O Monolith
Teeth of the Sea – Hive
The Declining Winter – Really Early, Really Late
The Necks – Travel
Tirzah – trip9love…???
Vanishing Twin – Afternoon X
Wednesday – Rat Saw God
Witch – Zango
Yo La Tengo – This Stupid World
Young Fathers – Heavy Heavy
Yves Tumor – Praise A Lord Who Chews But Which Does Not Consume; (Or Simply, Hot Between Worlds)