I 20 migliori dischi ITALIANI del 2022
di Massimo Perasso
Non è facile fare una lista di dischi “italiani” perchè, per fortuna, non esiste un vero e proprio suono italiano. Allo stesso tempo non è facile perchè non c’è una vera e propria industria discografica in grado di supportare e far crescere artisti ad un livello di professionalità tale da farli competere con blasonati artisti anglosassoni. Negli ultimi anni un bel gruppo di musicisti ha iniziato ad interfacciarsi con il resto del mondo proponendo musica in grado di competere con la concorrenza e, in alcuni casi, anche di batterli sul loro territorio. Infine alcuni hanno ormai intessuto collaborazioni senza frontiere o addirittura fanno base all’estero. Quindi per fortuna le barriere iniziano a rompersi e iniziamo a vedere delle strade percorse dai più coraggiosi. 20 è ovviamente un numero molto più piccolo rispetto alle decine di dischi che meritavano di essere in questa lista che copre però una selezione piuttosto ampia di generi e sonorità. Se volete approfondire il mondo musicale italiano “nascosto” ho realizzato una fanzine guida intitolata ISTERISMO e che potete comprare qui : dentro troverete più di 200 recensioni di musica “autoctona”. Vi ricordo che qui trovate le altre liste del meglio del 2022.
1 . Messa – Close (Svart)
Close è il terzo disco dei Messa e il primo per la finlandese Svart Records. Dopo gli ottimi “Belfry” e “Feast For Water” (entrambi usciti su Aural) il quartetto si presenta al mondo con un lavoro che mescola con sapienza heavy rock psichedelico e folk mediterraneo, abbracciando in un colpo solo decine di influenze e sapori. La bellezza della voce di Sara, i sofisticati ma non ampollosi arrangiamenti e i riff settantiani sono il vertice di un disco che ambisce ad essere la versione hard rock di Creuza De Ma. E non è un caso se sono stati invitati ai prestigiosi festival europei Roadburn ed Hellfest e accolti con estremo entusiasmo.
2 . Lili Refrain – Mana (Subsound)
E se si parla di ospiti di Hellfest e Roadburn impossibile non citare Lili Refrain che oltre a questi festival sta girando l’Europa senza sosta da mesi, suonando addirittura al prestigioso teatro L’Olympia di Parigi. “Mana” è il suo lavoro più compiuto e uno dei più belli che ascolterete quest’anno. Mescola con sapienza folk oscuro, ambient, drone, mitologia usando pochi ma magnifici elementi (synth, percussioni, voce). In questo momento Lili Refrain è come fosse seduta a tavola con Diamanda Galas e Anna Von Hausswolff. Sta a voi decidere se bere la sua pozione magica o meno.
3 . Buñuel – Killers Like Us (Profound Lore / La Tempesta)
La voce dei Bunuel è Eugene Robinson che alcuni di voi conoscereranno come frontman degli Oxbow. Il resto della band è composto dal chitarrista Xabier Iriondo (Afterhours, A Short Apnea…), dal batterista Franz Valente (Il Teatro Degli Orrori) e dal bassista Andrea Lombardini. Anche loro vanno in giro per il mondo ad infiammare palchi con il loro sound esplosivo. “Killers Like Us” è puro noise rock ma, attenzione, non abbiamo di fronte dei cloni di Unsane, Metz o Whores: il chitarrismo di Xabier è originale e variegato, la sezione ritmica è devastante (menzione d’onore a Franz: per i miei gusti il miglior batterista in Italia) e la voce di Eugene monumentale. “Killers Like Us” è un lavoro che è nella top3 dei dischi noise rock mondiali e si merita il podio anche per la categoria che state spulciando.
4 . Hate & Merda – Ovunque Distruggi (Dio Drone, Toten Schwan, Breathe Plastic)
Secondo me in Italia se sei più o meno giovane, più o meno alienato, più o meno incazzato devi ascoltare gli Hate & Merda. Con il loro sound (che non è proprio semplice definire) mettono in fila tutte le frustrazioni e la rabbia di vivere in un paese in cui “Andrà Tutto Muori”. Hardcore, sludge, noise, punk, metal, industrial, ambient sono gli ingredienti per sfogare le pulsioni omicide del duo ma sono anche i testi e l’atmosfera claustrofobica a rendere l’esperienza catartica.
5 . Mai Mai Mai – Rimorso (Maple Death)
Rimasto l’unico attivo tra i protagonisti della stagione della psichedelia occulta italiana Mai Mai Mai è anche uno degli artisti più celebrati nei salottini buoni esteri. Merito di una discografia ricchissima costruita con senso e non solamente per buttare droni ed effettacci horror a caso. Dopo la trilogia del Mediterraneo Toni Cutrone, in arte Mai Mai Mai, si cimenta con il suono del meridione italiano più oscuro rileggendo canti folk e riportando ai giorni nostri tradizioni culturali sepolte sporcandole con droni ed elettronica industrial. Per assemblare “Rimorso” si avvale di numerosi ospiti (Maria Violenza, Lino Capra Vaccina, Vera Di Lecce, Mike Cooper, NZIRIA…) e di una registrazione casalinga ma efficace.
6 . Yalda – Tavallodi Digar (Taxi Driver)
Ho visto e sentito nascere questo disco praticamente da zero, quando Berna mi faceva ascoltare i provini di quello che poi sarebbe diventato l’esordio del duo Yalda “Tavallodi Digar”. Un progetto che ho amato fin da subito e che ho voluto fortemente nel mio catalogo Taxi Driver. Suonerà quindi un po’ di parte questo inserimento ma penso realmente che questo esordio sia uno dei dischi più belli del 2022. Lalè Kouchek, di origine iraniana, canta in lingua farsi mentre le basi elettroniche di Bernardo Russo spingono in territori oscuri e alienanti. Ci sono tante influenze qui dentro: Lingua Ignota, Anna Von Hausswolff, Lili Refrain, Diamanda Galas dal lato vocale, dark ambient, industrial, noise negli arrangiamenti. Una band che meriterebbe di essere nel catalogo Sacred Bones.
7 . Dagger Moth – The Sun Is A Violent Place (Autoproduzione)
E’ normale che Sara Ardizzoni, in arte Dagger Moth, debba autoprodursi completamente un disco? Da una parte c’è la coerenza artistica della musicista (già nei Massimo Volume e Cesare Basile) che impone ai propri fan di interfacciarsi con lei, dall’altra un senso di vuoto da parte di chi dovrebbe supportare certi talenti anche nelle scelte più complesse. Che poi “The Sun Is A Violent Place” non è certo un disco estremo: è semplicemente un lavoro solitario e sincero in cui chitarra e voce di Sara vengono appoggiate da delicate basi elettroniche. Forse non c’è niente che possa far cadere le mascelle al grande/medio pubblico ma qui dentro sento e vedo un’opera di grande artigianato, realizzato senza virtuosismi ma semplicemente con il cuore. Un lavoro che non si fa notare perchè vola altissimo.
8 . Gomma – Zombie Cowboys (Controcanti / V4V)
Con il terzo disco i Gomma hanno deciso di prendere la strada più difficile aumentando gli spigoli della loro proposta. Lo fanno per necessità espressiva che definirei banalmente “maturità stilistica”. Con Zombie Cowboys si tuffano nell’alternative anni 90, citando in più momenti il noise rock dei migliori lavori di Marlene Kuntz e Fluxus. C’è tanto rock italiano, screamo, post-rock e tutti quegli ascolti di giovani ragazzi curiosi che amano suonare lo strumento perchè amano la musica che ascoltano. Probabilmente per il botto vero e proprio dovremo aspettare ancora un po’ ma nel mentre teniamoci stretto questo piccolo grande disco.
9 . Nu Genea – Bar Mediterraneo (NG)
In Italia solitamente costa meno taroccare qualcosa che proviene dall’estero che importarlo al di qua delle Alpi, soprattutto in musica. I Nu Genea invece prendono qualcosa che avevano in casa (ovvero il funk napoletano) e lo attualizzano con l’uso di elettronica e synth. Il risultato è talmente perfetto che rende inutile agli italiani la conoscenza di band funky – lounge – rock – psichedelici come i Khruangbin: i Nu Genea (ex New Guinea) ne sono la versione italiana senza esserne banalmente la traduzione maccheronica ma, anzi, ne sono il superamento. Al di là di tante seghe mentali i Nu Genea hanno realizzato un disco divertente, solare e internazionale. Magari un po’ paraculo ma è nella natura stessa del progetto.
10 . L’Esperimento Del Dr. K – Un Cerchio Rosso Sangue (Flamingo)
Parlando di suoni di importazione si ha la tendenza a definire L’Esperimento Del Dr.K come la risposta italiana ai Misfits. Cosa indubbiamente vera ma c’è ovviamente di più. Diciamo che se i Misfits fossero nati in Italia, avessero ascoltato i cantanti italiani anni 60, visto i film giallo, horror, thriller, fantascienza del nostro cinema di genere e infine avessero preso in mano gli strumenti avrebbero realizzato senza dubbio “Un Cerchio Rosso Sangue”. La definizione rischia però di andare stretta ai ragazzi perché gli undici brani contenuti nel secondo disco sono tutti dei capolavori di scrittura punk rock. Dopo un ascolto vi ritroverete a cantare i pezzi e a voler vedere la band dal vivo (che però suona al triplo della velocità come insegnavano i Ramones).
11 . Maria Violenza – Capélli di Caténe (Kaka Kids)
Elettronica povera e contenuti ricchi è quello che mette sul piatto Maria Violenza (Cristina Cusimano) nel suo nuovo disco Capélli di Caténe. Post punk alienato un po’ alla Suicide aggiornato ai tempi della pandemia.
12 . Lleroy – Nodi (Overdrive)
Un nuovo disco dei Lleroy arriva ogni morte di papa ma quando arriva è sempre una gioia. La formula è sempre la stessa: noise grunge rock urlato e suonato a rotta di collo, ricco di dissonanze e confusione. “Nodi” è una gran rassegna di sberle: preparate la faccia.
13 . Tenebra – Moongazer (New Heavy Sounds)
Tenebra vengono da Bologna e vedono in formazione gente non di primo pelo che proviene dal post-hardcore (Settlefish), metal estremo (gli splendidi Assumption), hardcore (Ed). Alla voce troviamo Silvia che non mi pare abbia avuto altre esperienze ma è sicuramente la marcia in più di una band che macina riff su riff a cavallo fra doom e hard rock anni 70/80. Finalmente anche l’Italia ha il suo gruppo retro-rock che può competere con i maestri svedesi.
14 . Robox – Robox (Overdrive)
Oltre che con i fantastici Bunuel il batterista Frank Valente suona anche negli ottimi Robox assieme a Carlo Veneziano (One Dimensional Man) e Francesco Cescato. Il trio, completamente strumentale, suona un ossessivo mix di prog e noise rock, quello che un tempo veniva chiamato math rock. Inutile scomodare paragoni: alzate il volume e fatevi spettinare.
15 . Mondaze – Late Bloom (Church Road Records, Through Love Records, Quiet Panic)
Ma la gente che fa uscire i dischi a Dicembre lo sa che poi deve farli brutti perchè così non devono entrare in nessuna lista? Mondaze hanno pubblicato il disco d’esordio a Dicembre 2021, avrebbe meritato di entrare nella classifica dell’anno scorso ma dato che l’ho ascoltato per tutto il 2022 faccio finta di niente e lo inserisco in lista. Mondaze suonano shoegaze moderno, roba tipo Hum, Nothing, DIIV. Registrato con le manone pesanti di Enrico Baraldi (Ornaments) e masterizzato da Riccardo Pasini, accoppiata che solitamente la vediamo in dischi post-metal, doom e sludge, il quartetto sa sia picchiare duro che trascinare in un mondo acquatico sognante.
16 . Red Rot – Mal De Vivre (Svart)
La scena metal underground italiana ha ormai rapporti consolidati con il resto del mondo discografico e non è raro vedere dischi pubblicati da etichette importanti come Profound Lore, Southern Lord, Pelagic. Davide Tiso, per esempio, più di 20 anni fa pubblicava dischi con la sua band Ephel Duath tramite la fondamentale Earache; oggi è accasato con la Svart e continua la sua opera di destrutturazione del genere. Nella nuova creatura Red Rot riprende vicino a sè il cantante Luciano Lorusso George e chiama per la sezione ritmica Ian Baker e Ron Bertrand. La musica proposta dai Red Rot è una versione death metal ipertecnica del suono futuristico dei Voivod: un susseguirsi di riff assurdi e dissonanti che avrebbero fatto la gioia di Piggy, compianto chitarrista della band canadese.
17 . C’mon Tigre – Scenario (Intersuoni)
Nel terzo disco i C’mon Tigre ospitano Xenia Rubinos, Mick Jenkins e Colin Stetson puntando la direzione della propria musica al di là delle Alpi, molto al di là. L’obiettivo è di gettare un ponte con le vitalissime scene jazz in giro per il mondo: americane, svedesi, inglesi su tutte. Ci riusciranno? C’è da dire che “Scenario” ha convinto anche i più scettici del valore di una band che forse mette un po’ troppo avanti la precisione stilistica al cuore. Ma è una caratteristica molto italiana dei musicisti molto bravi e preparati. In ogni caso abbondantemente promossi.
18 . Caterina Barbieri – Spirit Exit (Light-Years)
Impossibile non citare in lista il nome di Caterina Barbieri, fra le più celebrate artiste di musica elettronica mondiali, che chiusa in casa come tutti noi ai tempi del primo grande lockdown (2020) ha registrato questo disco di ambient, drone suonato con synth modulari e ispirato alla figure di donne scrittrici (Emily Dickinson), filosofe (Rosi Braidotti) e mistiche (Santa Teresa D’Avila). E’ anche il primo disco che esce per la sua etichetta Light-Years
19 . Nicola Manzan – Nikolaj Kulikov (Dischi Bervisti)
Dopo “La Città Del Disordine” Nicola Manzan (noto più come Bologna Violenta) ci ha preso gusto e ha realizzato un secondo disco “solista”. Che in realtà sono tre. Nikolaj Kulikov è infatti uscito originariamente in tre cassette limitate e sonorizza virtualmente l’epopea dell’astronauta sovietico omonimo scelto per creare uno scudo spaziale simile a quello che stavano progettando anche gli Stati Uniti. Sintetizzatori, organi elettrici, batterie elettroniche, nastri e vinili d’epoca sono gli strumenti che smanetta Nicola per questo strano viaggio “cosmico”, una sorta di dungeon synth spaziale.
20 . Bebawanigi – Stupor (Subsound Records)
In questa lista ho citato Maria Violenza, Lili Refrain, Dagger Moth, Caterina Barberi ma meriterebbero uno spazio anche RYF, Nziria, Dalila Kayros e tante, tante altre donne hanno illuminato una annata musicale di qualità con proposte raffinate e variegate. In chiusura val la pena citare il secondo lavoro di Bebawanigi (Virginia Quaranta) che in “Stupor” offre una ricchezza compositiva inaspettata che spazia da elettronica soffusa a schizzati brani di art-rock dadaista. “Stupor” è un lavoro sorprendente che in punta di piedi mostra un’artista con la A maiuscola.
Riassunto:
1 . Messa – Close
2 . Lili Refrain – Mana
3 . Bunuel – Killers like us
4 . Hate & Merda – Ovunque Distruggi
5 . Mai Mai Mai – Rimorso
6 . Yalda – Tavallodi Digar
7 . Dagger Moth – The Sun Is A Violent Place
8 . Gomma – Zombie Cowboys
9 . Nu Genea – Bar Mediterraneo
10 . L’Esperimento Del Dr. K – Un cerchio Rosso Sangue
11 . Maria Violenza – Capélli di Caténe
12 . Lleroy – Nodi
13 . Tenebra – Moongazer
14 . Robox – Robox
15 . Mondaze – Late Bloom
16 . Red Rot – Mal De Vivre
17 . C’mon Tigre – Scenario
18 . Caterina Barbieri – Spirit Exit
19 . Nicola Manzan – Nikolaj Kulikov
20 . Bebawanigi – Stupor