Neurosis: I Dischi Da Avere
Hai sentito parlare dei Neurosis e non sai che musica facciano? Hai ascoltato qualche loro brano in compilation e playlist e ti hanno incuriosito? Ti hanno regalato un loro disco e vuoi sapere se è il loro migliore? Questo articolo risponderà alle tue domande.
Introduzione
Neurosis nascono ad Oakland, California, nel 1985 dall’idea del chitarrista Scott Kelly, il bassista Dave Edwardson e il batterista Jason Roeder. Nel 1989 entra il chitarrista Steve Von Till mentre nel 1995 Noah Landis sostituisce Simon Mclleoy alle tastiere ed effetti elettronici. Neurosis nasce come band “crust” ispirata alle sonorità ulcerose di Amebix e Crass; nel corso degli anni hanno introdotto influenze post-rock, noise, folk, industrial, doom inventando il cosidetto “post-metal” ovvero una evoluzione “intellettuale” e “progressiva” del genere. Ad oggi hanno pubblicato 11 dischi: il primo è del 1987 e si intitola “Pain Of Mind”, l’ultimo, uscito nel 2016, si intitola “Fires Within Fires”.
I dischi da avere
Se vuoi iniziare ad ascoltare i Neurosis qualsiasi scelta che tu faccia sarà più che ottima: dischi brutti non ne hanno mai fatti e musicalmente sono sempre stati coerenti. Ci sono, ovviamente, dei lavori più riusciti di altri.
Diciamo che il periodo d’oro coincide con il loro contratto per Relapse Records ed include “Through Silver In Blood” (1996), “Times Of Grace” (1999) e “A Sun That Never Sets” (2001). Sono tre dischi che vanno posseduti senza troppe domande e che ben descrivono la forza e l’intensità che la band è in grado di sprigionare.
“Through Silver In Blood” è considerato all’unanimità il capolavoro dei Neurosis, il disco che ha segnato la nascita del post-metal. Unendo perfettamente hardcore, sludge, industrial ha creato una creatura con un suono nuovo, devastante e destabilizzante. E’ il risultato di una ricerca sonora partita fin dagli esordi e sviluppata con serietà, senza perdersi in inutili distrazioni. Se vuoi iniziare ad ascoltarli scegliendo il meglio questa è la tua scelta obbligata. Vuoi provare con una canzone? “Locust Star”.
Come scritto poco sopra la trilogia Relapse è tutta da avere senza riserve, a meno che non temiate la musica che trasmette ansia e depressione: l’ascolto dei Neurosis non è mai privo di conseguenze. “A Sun That Never Sets“, per esempio, è uno dei dischi più deprimenti di sempre ma è un ascolto che vale la destabilizzazione che ti trasmetterà. Esiste anche una splendida versione in DVD, ormai abbastanza rara, con le immagini che accompagnano la band.
“Times Of Grace” è esattamente l’anello di congiunzione fra i due e può valere come perfetta introduzione al sound della band. E’ il primo disco registrato da Steve Albini che li seguirà fino ai giorni nostri, donando quel suono “live” di cui la band aveva bisogno e quel piglio selvaggio testimoniante un periodo decisamente oscuro per i musicisti. Dipendenze, fallimenti, frustrazioni sono alcune delle emozioni che Scott Kelly e soci riversano nel disco e di conseguenza negli ascoltatori. Non è un disco facile: se vorrai affrontarlo sarà come tentare di domare un animale impazzito.
Altri dischi consigliati
Se scegliere i capolavori è stato facile un po’ più difficile scegliere i dischi “minori”. Difficile perchè definire minore un disco dei Neurosis è decisamente riduttivo. Quindi la scelta dei dischi “consigliati” è banalmente “tutto il resto”. Ma facendo lo sforzo di selezionare direi che “Enemy Of The Sun” del 1993 merita la prima scelta fra i “minori”. Per molti ascoltatori della prima ora questo è il primo vero capolavoro della band, sebbene decisamente grezzo rispetto ai successivi. Grezzo non solo nella produzione, ad opera di Billy Anderson, ma anche nel songwriting. Però in “Enemy Of The Sun” c’è già tutto quello che serve sebbene si sentano molto chiaramente l’influenza dei nomi tutelari (Melvins e Swans su tutti): ascoltate “Raze the Stray” e fatevi ammaliare da violini, corni, pianoforte e urla belluine.
Per par condicio dovresti avere anche l’album della fase post-Relapse e il primo autoprodotto con la propria etichetta Neurot Records: “The Eye Of Every Storm“. Uscito nel 2004 assorbe le atmosfere post-rock con cui stavano sperimentando i vicini Isis. Non mancano le esplosioni di potenza in grado di scatenare l’apocalisse ma i toni generali sono più asciutti e, in un certo senso, più fruibili. Se non sei troppo amante della musica “estrema” questo disco potrebbe essere il tuo lasciapassare per la discografia dei Neurosis.
Dischi per completisti e appassionati
Sebbene non siano consigliati come prima scelta i primi tre dischi sono assolutamente da conoscere. “Pain Of Mind” (1987) e “World As Law” (1990) hanno il suono di una band crust-punk con la fissa per Amebix, i Black Flag di My War e i Melvins di Gluey Porch Treatments. Se ami l’hardcore sarai sorpreso da questi dischi.
Per completismo ti consiglio gli ultimi tre lavori. Non sono brutti ma non aggiungono nulla ad una discografia eccellente che si è evoluta costantemente fino a “The Eye Of Every Storm”. “Giving To The Rising” (2007), “Honour Found In Decay” (2012) e “Fires Within Fires” (2016) coprono un decennio di musica in cui la band è stata impegnata in dischi solisti e collaborazioni perdendo un po’ di interesse verso il progetto principale. Non è da escludere che la discografia dei Neurosis si esaurisca qui.
Tra le collaborazioni impossibile citare quella con l’ex cantante degli Swans Jarboe uscita nel 2003, uno dei primi esempi di unione fra band post-metal e cantante femminile di “diversa” estrazione (vale la pena citare i Battle Of Mice e i Converge con Chelsea Wolfe).