I 20 migliori dischi stoner / doom / heavy psych del 2017
Farà strano a molti una classifica del meglio dello stoner / doom nel 2017, eppure rimane uno dei sottogeneri più trasversali della musica underground moderna. Una musica nata con i Black Sabbath (che purtroppo quest’anno hanno ufficializzato la fine della loro carriera, dopo un tour sold out in tutto il mondo), ma che attinge dalla psichedelia, dal kraut rock, dal progressive modernizzando i suoni con forti dosi di metal e hardcore o semplicemente rock. Ecco perchè a più di 20 anni dalla nascita la scena “heavy psych” è una delle più vitali e delle più sincere del mondo del rock. Poche menate intellettuali ma tanta sostanza.
La lista è stata compilata da Massimo “Maso” Perasso, del negozio di dischi specializzato Taxi Driver Store e della label Taxi Driver Records. Oltre che curatore di Tomorrow Hit Today.
1 Bell Witch – Mirror Reaper (Profound Lore)
Il terzo disco dei Bell Witch, da Seattle, è un unico brano, di quasi un’ora e mezza sparso su due CD. Questo è il DOOM: pesantezza, lentezza ed epicità. Straordinario anche l’artwork di Mariusz Lewandowski. Produzione perfetta del guru Billy Anderson.
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2 Elder – Reflections Of A Floating World (Stickman)
Gli Elder, pur essendo giovanissimi, riescono a padroneggiare 50 anni di musica heavy come poche band. Attitudine progressive (nel senso di decostruzione della forma canzone, capacità tecniche elevate, soluzioni inaspettate), mentalità psichedelica e impatto rock. Al terzo disco la band confeziona il miglior lavoro e quello più maturo.
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3 Mutoid Man – War Moans (Sargent House)
Cave In e Converge arrivano dallo stesso retroterra post hardcore dei primi anni 2000. Mentre i secondi continuano a fare dischi e a mantenere un profilo altissimo, i Cave In si sono sciolti dopo una manciata di uscite e un fallimentare tentativo major. Da queste due band vengono il cantante Steve Brodksy (Cave In): un simpaticone devoto alla causa sludge rock, un buon cantante (moooolto melodico) e un discreto chitarrista figlio di King Buzzo; e il batterista Ben Koller (Converge), una macchina da guerra e praticamente quello che dovrebbe fare Dave Grohl dietro alle pelli se non fosse rincoglionito [e Ben è anche più simpatico]. I due (aiutati da Nick Cageao) suonano un “grunge sludge metal melodico” come se i Nirvana di “Bleach” si trovassero a jammare con gli High On Fire.
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4 Oh Sees – Orc (Castle Face Records)
Thee Oh Sees sono una band psichedelica di San Francisco. Ogni anno pubblicano minimo un disco e sempre di grande qualità. Questo Orc, ovviamente, non fa eccezione. Miglior uscita “heavy psych” dell’anno.
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5 King Gizzard and the Lizard Wizard – Polygondwanaland
Gli Australiani King Gizzard & The Lizard Wizard hanno pubblicato nel 2017 ben quattro dischi e non è esagerato dire che sono tutti belli. Fra tutti è stato scelto “Polygondwanaland” per un motivo molto semplice: la band ha deciso di regalarlo al mondo e ha incentivato le piccole etichette a stamparlo in ogni formato generando così un nuovo modello distributivo e pubblicitario. In Italia, Taxi Driver Records non ha perso l’occasione per stamparlo in vinile, ma in giro per il mondo potete trovarlo in vinile di ogni colore, CD e cassetta tutte in stampe limitatissime.
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6 All Them Witches – Sleeping Through The War (New West Records)
Quarto album e quarto centro per la band di Nashville! Sleeping Through The War usa lo stoner rock come linguaggio per scrivere grandi canzoni influenzate dal classic rock, dalla psichedelia, dal blues e dal country. Probabilmente il disco di questa lista più adatto per essere apprezzato anche dai non amanti del genere.
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7 Monolord – Rust (Riding Easy)
Il disco pesante dell’anno, quello che fa tremare le pareti e che fa godere tutti gli amanti delle basse frequenze è il terzo album degli Svedesi Monolord “Rust”. Copertina iconica, modalità Black Sabbath a 10, volumi a 11, i Monolord sono il classico gruppo da “bong”: capaci di sberle potenti ma anche di ricoprire la stanza di nebbia. Nessuna pretesa intellettuale ma tanto godimento.
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8 Big Brave – Ardor (Southern Lord)
I Canadesi Big|Brave non sono un ascolto facile. Prendete la “classica” scuola post rock di Silver Mt Zion e Godspeed You Black Emperor e fategli fare un mashup di sludge e doom. Aggiungete una voce femminile straniante e un po’ di componenti noise e “arty”. Ecco a voi un disco di culto, formato solo da tre brani ma tutti ben sopra i 10 minuti.
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9 Here Lies Man – Here Lies Man (Riding Easy)
Esordio omonimo per gli Here Lies Man da Los Angeles, unico gruppo al mondo a mescolare stoner rock e afrobeat. Come se i Black Sabbath si trovassero a jammare con Fela Kuti. Almeno questa è l’idea, che è già buona parte dell’opera. Il disco omonimo è una buona curiosità da mostrare e far ascoltare agli amici, soprattutto a quelli che pensano che il genere suoni un po’ tutto uguale.
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10 Boris – Dear (Sargent House)
I Giapponesi Boris festeggiano i 25 anni di attività tornando a fare quello che sanno fare meglio: un disco doom/drone. Il folle trio, infatti, negli ultimi anni aveva un po’ cazzeggiato finendo persino a suonare “dream pop” (per quanto buono) e strizzando l’occhio anche a certo rock cafone. Ma, detto sinceramente, i Boris fanno godere quando si lanciano in lunghi brani asfissianti alla Sunn O))) / primi Melvins. Questo “Dear” è un album di basse frequenze, dronacci, valvole scoppiettanti e distorsori al limite. Bentornati!
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I migliori dischi stoner/doom/sludge dalla posizione 11 alla 20:
Proseguendo con la classifica è giusto farsi meno severi. Eccovi una lista di album ottimi da ascoltare senza che abbiano la pretesa di cambiare la storia del genere. Accendete lo stereo, alzate il volume e godetevi questi ulteriori suggerimenti di ascolto!
11 R.I.P – Street Reaper (Riding Easy)
Quattro super cialtroni da Portland amanti del hard & heavy, del punk, del primo doom. Street Reaper è una macchina del tempo settata alla prima metà degli anni 80. Un disco ignorante ma, a suo modo, molto competente.
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12 Hällas – Excerpts From A Future Past (The Sign)
Blue Oyster Cult, Wishbone Ash, Uriah Heep se per voi sono parolacce lasciate perdere. Gli Svedesi Hallas sono uno dei gruppi più retro che mi sia capitato di sentire ultimamente e proprio per questo mi sento di segnalarli: influenze che per il 99% degli ascoltatori odierni sono spazzatura, suoni, songwriting e voce che sembrano uscite dallo stereo di uno sfigato col baffo a manubrio in una cameretta con la moquette marrone. Passato lo shock iniziale vi prenderanno e penserete che lo sfigato di cui sopra non è poi tanto più sfigato di voi. E vi farete crescere i baffi a manubrio. Ma molto probabilmente non riuscirete a passare il primo minuto. Onore ai loser.
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13 The Obsessed – Sacred (Relapse)
Il 2017 ha visto anche il ritorno discografico degli Obsessed di Wino: Relapse ha infatti pubblicato “Sacred”, primo album della band dopo 23 anni, e ha ristampato il primo, introvabile, omonimo del 1990. E se prima parlavamo di loser chi meglio di Wino può rappresentare la categoria? I maestri del Maryland Doom però sono tornati con grinta e con un disco a fuoco (non come successe con i Saint Vitus, per esempio) carico e con una manciata di buone canzoni.
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Non conosci la storia di Wino? Oppure vuoi saperne di più? Ascolta le due puntate del podcast di Fruit Of The Doom in cui racconto la sua carriera: parte 1, parte 2.
14 The Atomic Bitchwax – Force Field (Tee Pee)
Gli Atomic Bitchwax sono una certezza. Li inserisco in lista anche solo per segnalarvi che è uscito un loro nuovo lavoro: chi sa ci si fionderà. Chi non li conosce scoprirà il significato di heavy rock pescando a caso dalla loro discografia. Da non perdere!
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15 Loss – Horizonless (Profound Lore)
Facciamo una piccola divagazione nell’oscurità più nera grazie all’etichetta Profound Lore e ai Loss che, pur muovendosi nel terreno monolitico del funeral doom, confezionano un album di grande bellezza. Adatto agli amanti del metal più estremo (death, black) sia ai fanatici di sonorità più post. Testi opprimenti come da tradizione del genere.
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16 Circle – Terminal (Southern Lord)
Dalla Finlandia tanti glitter e tanti acidi: prendete gli Hawkwind e dategli dei distorsori più potenti. I Circle, al settantesimo (album più album meno) disco in 10 anni, approdano su Southern Lord e fanno la gioia dei fan “Roadburn-addicted”.
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17 Motorpsycho – The Tower (Stickman)
Un nuovo album dei Motorpsycho. Rock e potente. Serve aggiungere altro?
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18 Pallbearer – Heartless (Profound Lore / Nuclear Blast)
I Pallbearer, zitti zitti, arrivati al terzo full lenght hanno cementato un proprio stile, magari a volte un po’ grezzo, ma che risulta più interessante di omologhi “sludge prog” come i Baroness. Soluzioni sbilenche, epicità controllata e riff corposi fanno di “Heartless” un disco degno di essere in una lista del meglio del 2017, non solo in ambito doom.
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19 Royal Thunder – Wick (Spinefarm)
I Royal Thunder hanno un asso nella manica: la cantate/bassista MIny, una vera e propria forza della natura! Guardatela in questi video con i Mutoid Man e rimarrete a bocca aperta! La band prende dal “doom” la dilatazione e l’attitudine ma le loro sonorità sono decisamente più solari della media delle band “oscure” con cui dividono spesso i tour. Se non disdegnate soluzioni più rock e alternative date una possibilità a Wick.
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20 Devil Electric – Devil Electric (Kozmik Artifact)
Provenienti dall’Australia tramite la Tedesca Kozmik Artifact il quartetto, guidato dalla bella voce di Pierina O’Brien si muove su un classico vintage rock che in questi anni abbiamo sentito in mille salse. I Devil Electric non aggiungono niente di nuovo ma sanno scrivere buone canzoni: e nel genere spesso molti se lo dimenticano!
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